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Il Mito delle Seven Summits: La storia delle Sette Sorelle

6 Maggio 2024

Sei appassionato di avventure e aspiri a sfidare le cime più alte del mondo? Scopri l’affascinante e controverso mito delle Seven Summits, una sfida alpinistica che abbraccia le vette più maestose dei sette continenti. L’idea di conquistare le montagne più alte di ogni angolo del globo ha preso forma nella mente di Richard Buss, un determinato manager americano desideroso di sperimentare l’ebbrezza delle cime più alte. 

Tuttavia, dietro a questa avventura epica, si nascondono alcune controversie, in particolare riguardo alle cime europea e oceaniana. La questione si fa intricata quando si discute della montagna più alta d’Europa. Mentre la maggior parte delle persone identifica il Monte Bianco (4810 m) come la vetta sovrana, gli anglosassoni spostano i confini a est, nel cuore del Caucaso. Questo gesto trasforma il Monte Elbrus (5842 m) nella cima europea, alimentando un dibattito appassionato. 

Anche in Oceania, la situazione si complica. Mentre alcuni accettano solo l’Australia come punto di riferimento per questa sfida, altri considerano la Piramide Carstensz, situata in Papua Nuova Guinea, come la montagna più alta dell’Asia. Una disputa geografica che aggiunge un tocco di mistero e fascino a questa incredibile impresa. 

In questo articolo, esploreremo le Seven Summits in un ordine intrigante, dalla cima “più facile” a quella più “difficile”, immergendoci nelle sfide uniche e nelle meraviglie panoramiche che attendono coloro che decidono di intraprendere questo straordinario viaggio alpinistico. Preparatevi per un’immersione nelle vette più alte del mondo e sveleremo insieme il fascino avvincente di questa straordinaria avventura.

 

Kilimanjaro: la cima più alta africana 

Il Kilimanjaro in Tanzania, la “Roccia Luminosa” in swahili, emerge imponente come la vetta più battuta tra le Seven Summits, raggiungendo l’impressionante altitudine di 5895 metri. Contrariamente a una vera e propria spedizione alpinistica, l’ascensione di questa montagna è più simile a un trekking ad alta quota, con un percorso che si snoda attraverso scenari mozzafiato e paesaggi diversificati. Durante i 7-8 giorni di cammino necessari per raggiungere la cima, non ci sono sfide tecniche alpinistiche da affrontare, ma è fondamentale mantenere un buon livello di allenamento, specialmente perché l’effetto dell’altitudine può farsi sentire nell’ultimo tratto. Con una guida esperta e un personale ben preparato, il Kilimanjaro può essere conquistato senza eccessive difficoltà. La storia di questa montagna è intrisa di avventura, risalendo al 1889 quando venne compiuta la sua prima salita, un evento che ha contribuito a rendere il Kilimanjaro una meta iconica per gli amanti delle sfide e della natura selvaggia. 

 

Il disputato Elbrus: in Europa i confini si allargano 

L’Elbrus, la maestosa vetta che sovrasta la Baksan Valley nel Caucaso russo, si erge come la montagna più alta d’Europa, toccando i 5642 metri. Questa sfida alpinistica offre un’avventura indimenticabile, con un percorso che si estende su 10 giorni, inclusi i preziosi giorni di acclimatamento nella parte inferiore della valle. Durante la fase successiva, i temerari alpinisti si stabiliscono nei caratteristici Barrel Hut, rifugi a forma di barile, per affrontare escursioni mirate a garantire una corretta acclimatazione prima di intraprendere la salita verso la vetta. La pandemia di COVID-19 e gli eventi legati al conflitto tra Russia e Ucraina hanno influito significativamente sull’organizzazione di questa impresa, che un tempo si svolgeva con precisione e dettagli ben pianificati. Tuttavia, nonostante le sfide recenti, l’Elbrus continua a essere una meta affascinante per gli amanti dell’alpinismo, offrendo non solo una straordinaria sfida fisica ma anche uno sguardo panoramico mozzafiato sulla maestosità del Caucaso. 

 

La spedizione all’Aconcagua 

Attraversiamo l’Atlantico e ci immergiamo nel Sudamerica, dove la sfida si trasforma da escursione a vera e propria spedizione: l’Aconcagua. Questa vetta imponente raggiunge i 6961 metri ed è stata scalata per la prima volta nel lontano 1897. Situata in Argentina, l’avventura inizia da Mendoza, ma alcuni esploratori intraprendenti possono estendere il viaggio fino a Santiago del Chile, al confine. La natura più impegnativa di questa impresa si rivela nei suoi 25 giorni di durata, di cui molti sono dedicati all’acclimatamento al campo base, fondamentale per prepararsi al rigido confronto con la vetta. 

Nonostante la spedizione possa concludersi in circa 20 giorni senza intoppi, il tempo diventa un elemento cruciale. Condizioni meteorologiche estreme possono trasformare l’impresa in una sfida pericolosa, sottolineando l’importanza di una pianificazione accurata. La salita presenta alcune sfide tecniche, richiedendo la conoscenza dell’uso della corda e, in presenza di neve, l’indispensabile utilizzo di ramponi su pendenze significative. Benché non si tratti di pendenze estreme, è essenziale che gli alpinisti abbiano già esperienza in montagna e conoscenze di alpinismo. La compagnia di una guida esperta diventa, in questo contesto, un prezioso alleato, garantendo una scalata sicura e memorabile verso la vetta dell’Aconcagua. 

 

Il Monte Vinson in Antartide 

Immersi nella magnificenza gelida dell’Antartide, il Monte Vinson emerge come una sfida unica e affascinante, toccando i 4.892 metri di altezza nel cuore del Polo Sud. Questa montagna, scalata per la prima volta nel lontano 1866, non si presenta come un formidabile ostacolo tecnico, ma piuttosto come un’opportunità di esplorare il regno gelato del continente più remoto del mondo. Tuttavia, la finestra per affrontare questa avventura è limitata, richiedendo una pianificazione accurata e un impegno finanziario elevato per raggiungere la base della montagna. 

Il viaggio verso il Monte Vinson inizia dal Sudamerica, attraversando due tappe, fino a raggiungere il ghiacciaio antartico. Qui, immergendosi nella vastità bianca e desolata, sono necessari due giorni per acclimatarsi a un ambiente che sembra quasi irreale, simile a un viaggio in aereo sopra un mondo candido. L’atmosfera unica dell’Antartide, circondata da distese di bianco senza fine, contribuisce a rendere questa spedizione non solo una conquista fisica ma anche un’esperienza straordinaria, trasportando gli esploratori in un regno di pura bellezza glaciale. 

 

Indonesia e Oceania: la Piramide Carstensz 

Nel cuore della Nuova Guinea occidentale, si innalza la Piramide Carstensz, maestosa vetta di 4.884 metri, rappresentante la sfida alpinistica dell’Indonesia e dell’Oceania. Tuttavia, al momento, questa impresa è avvolta da un velo di inaccessibilità. Le popolazioni locali hanno deliberatamente deciso di chiudere le porte a chiunque, elicotteri e appassionati di trekking compresi, poiché aspirano a distaccarsi dallo stato indonesiano. In questa situazione complessa, ottenere i permessi necessari per la scalata risulta essere un’impresa impossibile, evidenziando la necessità di evitare di intraprendere avventure in contesti instabili e poco sicuri. 

Nonostante la sua storia di scalate risalga al 1962, la Piramide Carstensz rimane attualmente fuori dalla portata degli alpinisti, offrendo uno scenario di arrampicata non eccessivamente difficile ma che richiede un impegno temporale considerevole. Questa montagna, oltre a rappresentare una sfida fisica, si fa portavoce delle dinamiche politiche e sociali della regione, invitando gli appassionati di alpinismo a riflettere sulla complessità delle interazioni umane che si intrecciano con le vette più alte del mondo. 

 

Scalando il Denali 

Nel vasto e impetuoso paesaggio dell’Alaska, il Denali, noto anche come Monte McKinley, si erge maestoso come la vetta più alta del Nord America, sfiorando i 6200 metri. La sua prima spedizione americana risale al lontano 1913, e da allora questa montagna è stata testimone di imprese alpinistiche intraprese con coraggio e determinazione. Tuttavia, sfidare il Denali significa confrontarsi con una delle montagne più impegnative dal punto di vista meteorologico. 

Con temperature che possono scendere fino a -35°C, questa imponente montagna richiede non solo una preparazione fisica, ma anche una corretta attrezzatura e una buona dose di pazienza. Gli alpinisti devono affrontare un periodo di 10 giorni al campo base, dove il vento impetuoso può rendere impossibile qualsiasi movimento. Qui, le guide esperte diventano essenziali, guidando gli avventurieri attraverso un percorso tecnico strettamente legato alle mutevoli condizioni climatiche. 

La conquista del Denali non è solo una prova di abilità tecnica, ma anche una sfida diretta con la natura selvaggia dell’Alaska, invitando gli esploratori a imparare a rispettare e adattarsi a un ambiente che può essere tanto impervio quanto affascinante. 

  

L’ultima delle sette sorelle: L’Everest 

Nel cuore dell’Himalaya, l’Everest si erge maestoso, la principessa delle Seven Summits, con i suoi imponenti 8.849 metri. Situato tra Nepal e Tibet, questo gigante della natura offre due vie di ascesa, entrambe caratterizzate da sfide uniche. La via tibetana si presenta come un percorso più arduo, richiedendo una logistica e una tecnica più avanzate. Dall’altro lato, la via nepalese è spesso dominata da spedizioni commerciali, dove l’afflusso di alpinisti aspiranti crea una vivace comunità di avventurieri determinati. 

L’Everest rappresenta una delle sfide alpinistiche più impegnative al mondo, con difficoltà che vanno oltre la pura tecnica, coinvolgendo l’ambiente estremo in cui si trova. Sebbene sia diffuso il sentimento comune che l’Everest possa essere scalato da chiunque, la realtà è ben diversa. Trattare con leggerezza questa montagna imponente e i suoi pericoli è mancare di rispetto nei confronti di una forza della natura che ha visto la sua prima conquista nel 1953. Nel corso degli anni, circa 1500 persone hanno raggiunto la cima, ma ogni successo è il risultato di una sfida unica e di un rispetto profondo per la grandezza e la difficoltà intrinseche all’Everest. 

 

Tra record e discordie 

In conclusione, le Seven Summits rappresentano una sfida senza eguali, un viaggio che abbraccia la grandezza della Terra e le sfide personali degli avventurieri intraprendenti. Richard Daniel Bass ha segnato la storia come il primo uomo a completare questa straordinaria impresa nel 1985, ispirando una successione di alpinisti a seguire le sue orme. Tra gli italiani, Reinhold Messner è stato il pioniere nel 1986, contribuendo a consolidare il prestigio di questa conquista nella comunità alpinistica. 

Tuttavia, il nuovo obiettivo di scalare le Seven Sisters in un tempo record, con il primato attuale di 117 giorni, solleva riflessioni profonde sulla natura stessa delle sfide alpinistiche. In un mondo in cui la rapidità e l’efficienza spesso prevalgono, ciò può rischiare di sminuire la bellezza e l’essenza del trekking e delle scalate. Noi di Focus condividiamo l’idea che la fatica debba essere goduta, che ogni passo lungo il percorso e ogni conquista sulla vetta debbano essere vissuti appieno, in un rituale di rispetto e connessione con la natura e con sé stessi. 

In un mondo che cerca record e velocità, riconosciamo il valore dell’esperienza autentica, dell’immergersi profondamente nella bellezza dei paesaggi e nell’intensità delle sfide personali. Lasciamo che ogni passo lungo il sentiero delle Seven Summits sia un tributo alla maestosità della natura, senza perdere di vista il vero spirito dell’avventura e dell’esplorazione. 

 

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